TRIQUIVIJATE
Nel passato, Triquivijate viveva di agricoltura. Con il trascorrere del tempo il clima di Fuerteventura è diventato più secco, per cui molti abitanti hanno dovuto abbandonare le attività agricole e lasciare il villaggio. Ad oggi solo le numerose rovine di vecchie case coloniche, costruite in stile tradizionale con pietra naturale scura, ci ricordano ancora il periodo in cui gli abitanti di Triquivijate vivevano della coltivazione del grano.
Oggi a Triquivijate vivono circa 600 persone. Dal 1980 circa, grazie alla tranquillità que il paese offre, più persone si sono ristabilite nella zona. Ad oggi, molti sono i cittadini stranieri che sono proprietari di case. Molti tedeschi e inglesi hanno ristrutturato le vecchie dimore coloniche abbandonate. Inoltre, numerose nuove costruzioni sono state realizzate negli ultimi anni.
Alla periferia di Triquivijate c'è una tenuta in rovina con una vasta area coltivata a fichi d'India. Questo cactus, provenienti dall'America centrale, venne coltivato
su larga scala nelle Isole Canarie fino alla fine del XIX secolo, per produrre la cocciniglia, parassita utilizzato per la produzione del colore rosso carminio.
Visitare Triquivijate è come un viaggio nel tempo, si torna al passato. Le piccole costruzioni tipiche, purtroppo in rovina, fatte di pietra e fango e case tradizionali pitturate di bianco, ci accompagnano su ambo i lati della strada, durante la nostra visita.
La chiesetta di San Isidro fu costruita nel 1715 ed è circondata da un muro merlato. Proprio accanto alla chiesa si trova un'area pubblica per picnic e grigliate, che può essere utilizzata gratuitamente.
Nel villaggio potete trovare un maneggio, alcuni ristoranti, bar e un piccolo supermercato.
A soli due chilometri a nord-est di Triquivijate si erge la cima della Rosa del Taro, che con i suoi 593 metri è la montagna più alta della zona.